La panna cotta... cotta! (e sono ancora qua)
"Certo che l'hai proprio ammazzato 'sto blog!" tuona il Major su whatsapp, qualche giorno fa. "E c'hai ragione, Major. Ma in cucina sto senza un attrezzo, e poi sono solo io!" replico ammusonita "Golosa sì ma dopo una fetta, io mi stufo: che dolce potrei preparare??" aggiungo per schivare il suo appunto. Ma ci penso, e ci ripenso: il Major ha ragione.
Da più di due mesi l'omino langue. E il motivo c'è: un improvviso cambiamento di lavoro, di città, di vita. Non programmato ma comunque assolutamente bene accetto. Che cambiare, a volte, non può che far bene.
Fatto sta che ritrovarsi catapultata da Roma a Bologna da un giorno all'altro, senza una casa, senza una cucina e, soprattutto, senza quel minimo di attrezzatura che, negli anni, avevo accumulato nella mia casa romana...bè, sarà pure un buon motivo per aver interrotto -almeno temporaneamente-le trasmissioni?
Ed oggi eccoci qua a riprenderle dalla sede felsinea, siore e siori.
Sicuramente, non con la stessa frequenza di prima. Ma poco importa, che di scrivere nel blog non me l'ha mica ordinato il dottore. E sicuramente senza proporre cose particolarmente elaborate: che la casa, nel frattempo, è arrivata... ma i ferri del mestiere ancora scarseggiano. E ci vorrà un pò di tempo, per quelli. Come per tutto il resto: abituarmi alla mia nuova vita, soprattutto.
Ed all'insegna di questa rinnovata semplicità, non potevo non esordire con questa panna cotta... cotta! Che dire facile, è dire poco. E dire buona, è poco pure. E, soprattutto, che ho imparato a conoscere qui nell'alma mater, terra di rinomati buongustai.
Che se, a pranzo o a cena fuori, prendi la panna cotta, mica ti portano quella fatta con la colla di pesce, nossignore. Che, detto tra noi, non è che mi sia mai riuscita un granché, che io con la colla di pesce, di base, ho una sorta di idiosincrasia. A volte mi si aggruma, a volte non mi squaglia, e sempre -dico sempre- mi mette un pò d'ansia perché, fino alla fine, non so mai cosa verrà fuori..
Dicevamo, da queste parti ti portano la panna cotta... cotta. D'altronde, ci sarà un motivo se questo dolce si chiama così, solo che in tempi di gelatine a presa rapida ce ne eravamo dimenticati.
Comunque, a parte i tempi di realizzazione (sarà bene prepararla il giorno prima) la panna cotta cotta è davvero semplicissima. E che sia diversa, te ne accorgi alla prima cucchiaiata: è più cremosa, più vellutata... ed infinitamente più gustosa.
Provare per credere!
Che se, a pranzo o a cena fuori, prendi la panna cotta, mica ti portano quella fatta con la colla di pesce, nossignore. Che, detto tra noi, non è che mi sia mai riuscita un granché, che io con la colla di pesce, di base, ho una sorta di idiosincrasia. A volte mi si aggruma, a volte non mi squaglia, e sempre -dico sempre- mi mette un pò d'ansia perché, fino alla fine, non so mai cosa verrà fuori..
Dicevamo, da queste parti ti portano la panna cotta... cotta. D'altronde, ci sarà un motivo se questo dolce si chiama così, solo che in tempi di gelatine a presa rapida ce ne eravamo dimenticati.
Comunque, a parte i tempi di realizzazione (sarà bene prepararla il giorno prima) la panna cotta cotta è davvero semplicissima. E che sia diversa, te ne accorgi alla prima cucchiaiata: è più cremosa, più vellutata... ed infinitamente più gustosa.
Provare per credere!
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Panna cotta...cotta con salsa di lamponi
(per 4 persone)
per la panna cotta
250 ml. di panna
3 cucchiai di zucchero
1 bustina di vanillina
2 albumi
per la salsa di lamponi
1 cestino di lamponi
2 cucchiai di zucchero
qualche goccia di limone
Mettiamo la panna liquida, lo zucchero e la vanillina in un pentolino, su fuoco dolce, e mescoliamo fino a quando lo zucchero non sarà sciolto. La panna non deve bollire ma solo intiepidirsi, e non appena lo zucchero sarà sciolto spegniamo il gas e lasciamo stiepidire.
Nel frattempo, con una forchetta in un piatto battiamo leggermente i due albumi, in modo da slegarli un pò e senza farli schiumare troppo.
Quando la panna è quasi a temperatura ambiente, unirla agli albumi sbattuti, mescolando bene per evitare la formazione di grumi. Versiamo poi il liquido in quattro contenitori monoporzione o in uno singolo (io ho usato il secondo, non avendo a disposizione altro) che possa andare in forno: vanno benissimo le cocottine in alluminio oppure gli stampini da muffin in silicone, ad esempio.
A sua volta, poggiamo il contenitore o i contenitori in una teglia con i bordi rialzati, per poter fare il bagnomaria: la teglia va riempita d'acqua fino a che arrivi a circa metà dell'altezza dello stampo.
Inforniamo quindi a 120° per almeno 80 minuti. Durante la cottura potrà essere necessario rimboccare d'acqua la nostra teglia, quindi sorvegliamo il forno.
Una volta cotta, la nostra panna cotta si presenterà soda e dorata in superficie.
Facciamola riposare dapprima a temperatura ambiente e poi in frigorifero, possibilmente per una notte intera.
Prima di servirla, liberiamola delicatamente dallo stampo (con l'aiuto di un coltellino e tanta pazienza) e prepariamo una salsa d'accompagnamento.
Io ho scelto i lamponi, che qui si trovano a buon mercato: ne ho messo qualcuno fresco sulla panna cotta adagiata sul piatto di portata, ed il resto li ho messi in un pentolino con un paio di cucchiai di zucchero e qualche goccia di limone, schiacciandoli con una forchetta e lasciandoli cuocere per qualche minuto, il tempo che lo zucchero si sciolga e formi una deliziosa salsina con il frutto del succo.
Come sempre, a chiunque vorrà cimentarsi... un golosissimo assaggio!
Ma brava, veramente brillante, la panna cotta cotta non e' tautologica, e' cotta!
RispondiEliminaPenso che la provero', complimenti anche per la leggerezza del post, racconti di te senza essere pesante: mi piace!
Ciao
Ciao e grazie, Andy! In effetti nessuno ci pensa mai...ma se la panna cotta si chiama così c'è ovviamente una ragione! Provala e fammi sapere, a me così piace forse di più di quella "a freddo"! un saluto :)
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